Wild Italy

Ultimo episodio
Wild Italy

Sulle tracce del più elusivo e misterioso dei predatori italiani, la lontra. Osserveremo le sue attività quotidiane ed i suoi comportamenti nelle riserve che si trovano lungo il corso del Tevere.

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Stagione 5
L'epica lotta di uccelli, insetti, alberi e piante per poter sopravvivere sull'Etna. Ma una volta che la lava si è raffreddata, questo vulcano torna ad essere ancora più ricco in specie animali e vegetali.
Inedite e straordinarie immagini di branchi a caccia nelle montagne e nelle macchie della Maremma, ripopolate negli ultimi anni dal più grande predatore delle foreste europee: il lupo.
Falchi pellegrini e gabbiani si contendono la palma di cacciatori di colombi, pappagalli, rondoni, pipistrelli... e tutto questo avviene in città, sopra alle nostre teste.
Predatori che appartengono al mondo degli insetti, ma che sono forti come leoni, astuti come il leopardo e implacabili come una muta di licaoni.
Uniche le sequenze che riprendono il furtivo gatto selvatico, o i predatori più piccoli come la puzzola e la martora. Incontreremo poi la lince e l'orso, i veri signori della foresta.
Dal ragno lupo alla tarantola, dalla vedova nera al ragno vespa, incredibili riprese macrofotografiche ci descrivono i singolari comportamenti di questi piccoli, ma micidiali, predatori a otto zampe.
L'aquila reale a caccia di lepri, l'aquila dei serpenti alle prese con velenose vipere, le albanelle minori cacciatrici nei campi. E poi l'astore, pirata della foresta di faggi. Questi alcuni fra i protagonisti di un documentario interamente dedicato ai rapaci.
Stagione 7
Cinghiali nelle strade delle metropoli, piccoli aironi che piovono dai pini nei giardini pubblici, gabbiani che attaccano gli uomini, milioni di storni che prendono possesso dei viali alberati si uniscono agli inquilini di sempre delle città, ratti, passeri e colombi.
Scenografia d'elezione per molti film western negli anni Sessanta e Settanta, i monti della Tolfa, un compresorio collinare di boschi di querce e pascoli di asfodeli alle spalle della costa tirrenica a Nord di Roma, conserva solitudini e spazi propri di altre epoche.
Negli ultimi cinquanta anni la superficie forestale dell'Italia è aumentata di un buon dieci per cento, in pratica è come se una regione intera delle dimensioni della valle d'Aosta fatta di boschi di querce e di faggi, di pini e di lecci, si fosse aggiunta a quelle già esistenti.
Con una densità di popolazione umana fra le più basse in Europa, la Sardegna accoglie vasti territori caratterizzati da flora e faune incontaminate, le stesse che migliaia di anni fa incontrarono i primi abitanti dell'isola e poi i coloni fenici e romani.
Utilizzati nel corso dei secoli come pascolo per grandi mandrie e greggi di animali, gli ecosistemi erbacei del Mezzogiorno hanno il fascino delle vaste steppe asiatiche, con una multiforme vita animale e vegetale adattata a condizioni di aridità e oggi fortemente minacciata dalle trasformazioni agricole.
Globalizzazione della biodiversità significa che nel breve volgere di alcuni decenni il Mondo sarà popolato dallo stesso manipolo di piante e animali ubiquitari e adattabili, gli stessi nelle Americhe e in Europa, in Africa e in Asia.
Stagione 8
Il lockdown 2020-2021 è stato anche un colossale esperimento ambientale, che ha determinato profonde conseguenze nell'assetto del popolamento di animali e di piante delle aree urbane. Grazie anche all'espansione delle popolazioni di grandi animali favorita dalla diminuzione della pressione venatoria.
La grande sfida oggi non si gioca tanto nel tentativo, impossibile, di fermare e invertire l'andamento delle mutazioni climatiche, quanto nel rallentare il progredirne e nel permettere agli esseri umani, e alla biodiversità, di adattarsi al cambiamento.
Con la crescita della consapevolezza della perdita della biodiversità e dell'alterazione degli equilibri (dal 1970 in poi), le zone umide vennero rivalutate. A partire dal 1972 l'Italia uscì dall'elenco delle nazioni malariche stilato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e una migliore gestione degli ultimi.
A partire dall'inizio degli anni Ottanta, l'attrazione esercitata dalle aree pianeggianti e costiere, e dai loro centri urbani e industriali, se da un lato determinò la pressoché totale distruzione degli ambienti dunali, lungo le coste basse, e dei boschi planiziari, d'altro lato fece emigrare masse di popolazione dalle ar...
Il periodo più drammatico per la Natura in Italia fu il Secondo Dopoguerra, quando, usciti da un conflitto devastante, gli italiani conobbero un incremento demografico, una crescita dei consumi, una espansione industriale che determinarono la rapida erosione del territorio con lo sviluppo dei centri urbani.
Con il Neolitico, circa 6.000 anni prima di Cristo, le popolazioni italiche sviluppano le prime forme di allevamento e di agricoltura, e ci sono i primi segnali di sedentarizzazione e di domesticazione degli animali. Fra le tante popolazioni si distinguono gli etruschi, un popolo ingegnoso che seppe vivere in armonia.
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